Leucemia mieloide acuta

A mio padre (73 aa.)sempre in salute, pieno di energia, è stata diagnosticata due giorni fa, una leucemia acuta mieloide con severa anemia e diminuzione di piastrine (sotto 26000) sono iniziate le trasfusioni e chiaramnete lui sta meglio, e anche trattamenti con cortisone. Mi è stata proposta la chemioterapia che purtroppo porterebbe essendo fortemente aggressiva, almeno il tipo pensato, ad ulteriore riduzione delle piastrine rischio di emorragia e infezioni.

Il trattamento dovrebbe durare per alcune settimane sempre in relazione a come reagira’ e se il suo organismo c’e’ la fara’ visto l’elevato rischio di emorragia. Io sinceramente non so cosa pensare, possibile che non ci sia qualche alternativa?Una chemioterapia meno aggressiva ? perche’ il medico mi ha parlato di 2-3 settimane e non e’ sicuro se mio padre durante questo periodo c’e’ la fara’. Volevo chiedere ancora una cosa, ho chiesto se durante la chemioterapia puo’ venir somministrato qualche farmaco che faccia aumentare, in caso di bisogno, il numero di piastine e il medico mi ha detto di no che non esistono preparati che possano aiutare in questo senso durante la chemioterapia, è possibile, come puo’ venir gestito un ammalato durante questa terapia? Vi ringrazio

Anonimo

Risposta 

Purtroppo per la leucemia acuta mieloide del paziente anziano non esistono terapie efficaci e nemmeno la chemioterapia tradizionale, anche per tutti i rischi emorragici e soprattutto infettivi e di tossicità d’organo ad essa associati, si è dimostrata superiore ad una terapia sintomatica e di supporto con trasfusioni, antibiotici e chemioterapici blandi per via orale, se non in pazienti selezionati. A questo proposito il fattore prognostico più importante è l’assetto cromosomico delle cellule leucemiche, che spesso, nelle persone anziane, è tale da fare prevedere una scarsa risposta alla chemioterapia e quindi nessun significativo miglioramento della sopravvivenza e ancor meno della qualità di vita. Qualora si effettuasse comunque un tentativo chemioterapico il problema piastrine sarebbe gestibile attraverso la trasfusione di concentrati piastrinici (per piastrine <10000 o <20000 con febbre associata) che migliorano sicuramente il rischio emorragico. Tutto questo discorso non vale qualora la leucemia fosse di tipo promielocitico (dubbio che sorge dalla definizione “mielocitica” della seconda richiesta) che risponderebbe bene alla terapia orale con ATRA, una forma di vitamina A, in genere ben tollerata.
Cordiali saluti e auguri